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sabato 19 novembre 2011

Mostra fotografica di Eliana Esposito

evaluna libreria
venerdi 25 novembre · h 19.30

Se non ora Quando?
mostra fotografica di Eliana Esposito

Il 25 novembre alle 19,30 inaugurazione e presentazione della
mostra fotografica di Eliana Espositodedicata ai movimenti
delle donne italiane che sotto lo slogan
Se non ora Quando?
hanno manifestato e organizzato una contestazione contro la politica dello
scandalo sessuale esercitata in questi ultimi anni dal governo di Berlusconi.
A Siena il 9-10 Luglio 2011 le donne italiane hanno creato una rete 
nazionale per riaffermare il valore della donna nella società e nella vita politica.
Partecipano:
Simona Ricciardelli,
Giuliana Cacciapuoti e
Lia Polcari (libreria evaluna)

Con il patrocinio morale del Comune di Napoli e
Assessorato alla Cultura e turismo di napoli

giovedì 6 gennaio 2011

Teatri lavori in corso: Trianon, ancora
un rinvio, nuovo direttore allo Stabile

Trianon, slitta al 27 dicembre l'elezione del nuovo cda
Stabile: staffetta tra De Rosa e De Fusco, ma è polemica

Una performance delle donne del Laboratorio delle donne di Forcella, promosso dal Trianon (ph. Eliana Esposito)Una performance delle donne del Laboratorio delle donne di Forcella, promosso dal Trianon
(ph. Eliana Esposito)


NAPOLI - Tutto rinviato al 27 dicembre quando l'assemblea dei soci eleggerà il nuovo consiglio di amministrazione del Teatro Trianon. È la conclusione dell'incontro di oggi organizzato dai sindacati per discutere sul futuro della struttura e sul destino dei 9 dipendenti del teatro. Gli interlocutori sono i rappresentati della proprietà del teatro, ovvero l'assessore regionale Marcello Taglialatela e il presidente del Consiglio provinciale, Luigi Rispoli, rispettivamente per il 60 e per il 40 per cento delle quote della struttura. Il teatro da tempo naviga in brutte acque e, tranne l'happening di Turturro a settembre, nel 2010, dopo la fine della stagione 2009-2010, non ha ospitato altri spettacoli. I dipendenti oggi si aspettavano qualcosa di più che non un semplice rinvio che, a sua volta, rimanda ad altri equilibri nell'organo decisionale della società. «Negli ultimi incontri - dice un sindacalista - le istituzioni avevano promesso la presentazione di un piano industriale di riqualificazione e di finanziamento del teatro. Adesso è tutto rinviato, anche l'ipotesi paventata dai dipendenti, di chiudere il teatro entro la fine di quest'anno». La comunicazione del rinvio è spettata a Rispoli, Taglialatela era impegnato in Regione, il rappresentante del socio di minoranza che già a maggio di quest'anno aveva messo in vendita le quote azionarie in un'asta andata deserta. Per il momento i dipendenti hanno avuto gli stipendi arretrati fino al mese di novembre, mentre aspettano più o meno fiduciosi la prossima puntata.


DE FUSCO ALLO STABILE - Intanto per il Teatro Stabile di Napoli, il cda , facendo seguito all’indicazione unanime espressa dai soci nell’ultima assemblea, ha deliberato con il voto favorevole dei consiglieri Sergio Sciarelli, Laura Angiulli, Giulio Baffi, Francesco Barra Caracciolo, Giuliana Gargiulo, e con il voto contrario di Angela Maria Azzaro, sia la revoca del mandato al direttore Andrea De Rosa, sia la nomina di Luca De Fusco a nuovo direttore del Teatro Stabile di Napoli. Una revoca, tuttavia, che non è stata indolore, visto che il contratto di De Rosa scadeva nel 2013 e l'arrivo di De Fusco viene bollato da alcuni come l'effetto solo dello «spoil system» nella politica culturale campana. «La revoca di De Rosa - è scritto in una nota - è stata determinata dall’esigenza raccolta dal cda dello Stabile di migliorare il rapporto tra autofinanziamento e contributi pubblici, attesa la tendenziale contrazione di questi ultimi per effetto della grave situazione economica in atto».
Il nuovo direttore viene da una lunga e positiva esperienza dal Teatro Stabile del Veneto, in cui è riuscito a condurre il teatro a importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali, il tutto con un grande equilibrio tra sovvenzioni e autofinanziamento.

ODDATI POLEMICO - «La decisione della maggioranza dei consiglieri del Mercadante è una fuga in avanti e una forzatura». Così commenta l’assessore comunale, Nicola Oddati, il cambio del direttore. «Questa mattina, infatti, ho recapitato una lettera ai consiglieri nominati dal Comune con la quale chiedevo un rinvio di ogni decisione a determinazioni da assumersi tra i soci - spiega - Ritengo, infatti, sbagliata ed immotivata la scelta della revoca di Andrea De Rosa che in questi anni ha ben operato e la conseguente nomina di un nuovo direttore. Con questo atto i consiglieri d’amministrazione si sono assunti la responsabilità di seguire una indicazione univoca, sulla quale il Comune non è d’accordo». «Il dissenso non riguarda la persona di Luca De Fusco, ma la modalità e le motivazioni di questa scelta - aggiunge - Ho lavorato in queste settimane perchè si giungesse ad una soluzione concordata e condivisa, lo stesso Andrea De Rosa aveva manifestato disponibilità ad una riduzione degli anni previsti dal contratto e, per esperienza, ritengo che nella vita di una istituzione culturale, come il teatro pubblico, sia indispensabile cercare tra i soci posizioni convergenti piuttosto che mettere in atto prove di forza che non possono portare grandi benefici». «È evidente, inoltre, che si è interrotto il vincolo fiduciario tra il Comune e quei consiglieri che, ignorando le indicazioni loro fornite, hanno di fatto disatteso il loro mandato», conclude.

GABRIELE PROPONE BARRA - «E' assurdo che questa città non scommetta su un sito culturale come il Trianon, che ha 100 anni di storia, che sorge sulle rovine di un teatro greco e che, da solo, sarebbe in grado di attirare migliaia di turisti da tutto il mondo», sottolinea il consigliere regionale del Pd, Corrado Gabriele. «A Nino D'Angelo - ha ricordato Gabriele - è riuscita l'impresa impossibile di fare il pieno di abbonamenti, di garantire spettacoli di qualità tutti i giorni aprendo le porte ai bisognosi e ai portatori di handicap. Con la cultura, contrariamente a quanto affermato da Tremonti e Brunetta, si può anche creare lavoro e occupazione. Il destino di dieci lavoratori e quello di un piccolo, ma significativo indotto che ruota attorno alle rappresentazioni, viene - secondo Gabriele - sistematicamente ignorato dalla Provincia e dalla Regione. I consiglieri del Pd in commissione spenderanno il loro impegno affinchè vengano stanziate risorse, nella prossima finanziaria, per garantire un futuro al Trianon, mantenendo i livelli occupazionali e auspicano che la gestione artistica sia affidata ad uno degli ultimi grandi interpreti del teatro napoletano, come Peppe Barra».

Redazione online www.corrieredelmezzogiorno.it

La scena delle donne